Una parentesi luminosa by Marella Caracciolo Chia

Una parentesi luminosa by Marella Caracciolo Chia

autore:Marella Caracciolo Chia [Chia, Marella Caracciolo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 2021-02-24T16:00:00+00:00


A partire dalla primavera del 1903, solo un anno dopo la nascita del figlio, Vittoria, come abbiamo visto, è spesso in viaggio. Da sola o con amici: qualunque cosa pur di non stare troppi mesi di fila a Palazzo Caetani. Tiene a bada «i giorni grigi di tristezza e malinconia» con un misto di Veronal e di emozioni forti. La sua salvezza è riuscire a scorgere un barlume di bellezza in ogni cosa. Da Salsomaggiore, dove nel maggio 1908 va a curarsi l’asma, scrive: «Cerco di interessarmi alle cose più piccole: davanti ai brutti villini mi fermo per ammirare gli iris che passano attraverso il cancello e vado a cercare i fiori nelle siepi senza guardare al di là...». Organizza spedizioni automobilistiche in giro per l’Europa. Un invito a Buckingham Palace o a passare un week-end al castello di Windsor è una ragione più che sufficiente per mollare tutto e partire alla volta di Londra.

Anche a Roma, dove è dama di palazzo presso la regina Elena, Vittoria si getta a capofitto in mondanità di vario genere. «Allora tutte le sere vi erano balli e ricevimenti» scriverà ricordando gli anni spensierati prima della guerra. È attratta dal mondo dei letterati e degli artisti, fa amicizia con Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio. Sopra ogni cosa ama farsi ritrarre dagli artisti, come lo scultore Carlo Fontana e il pittore Boldini: «Adoravo l’ambiente di uno studio,» scriverà con affettata ingenuità «l’odore dell’acqua ragia e dei colori ad olio mi sembrava delizioso!».

Ogni mattina, o quasi, Vittoria fugge a lezione di pittura da un artista francese, Noël, che ha uno studio in via Rasella. Nei salotti romani si mormora che i due, oltre a essere maestro e allieva, siano anche amanti. Noël, arruolatosi con l’armata francese, muore nell’ottobre del 1914 lasciando una moglie e dei bambini piccoli. Vittoria lo viene a sapere tre settimane dopo aver messo le mani sul «suo» Isolino. Per lei è il primo, devastante impatto con la guerra. In una lettera al marito confessa: «Temo tanto di ricadere nella mia malinconia nera senza il mio lavoro. Questa cosa mi ha talmente attristata che se non fosse per te e O. non avrei nessun desiderio di tornare a Roma».

Dopo la morte del suo maestro, Vittoria – che, come abbiamo detto, nel 1909 aveva esposto in una galleria di Londra – smette di dipingere. Da quel momento il giardino dell’Isolino diventerà, per molti anni, il suo unico progetto creativo. Una sorta di rifugio estetico, un potente scacciapensieri.

«Sono tornata ancora stamane,» scrive al marito pochi giorni dopo aver saputo che l’Isola di San Giovanni era finalmente a sua disposizione «è un tale bijou quell’isolino: tutti i giorni scopro un angolo nuovo ... non vi è nulla che vorrei levare, aggiungere forse sì, ma cambiare nulla. Ho esaminato attentamente la casa, pensando sempre a te. Voglio che tu abbia tutti i tuoi commodi. Vuoi uno studio che guardi il lago o la verdura? Non posso ancora credere alla mia fortuna ... Sono sicura che sarai felice nell’isolino, vedrai! È bello da tutte le parti, e poi il paese intorno è un incanto.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.